DON CARLO MAZZOTTI – Un prete pacifista faentino
Un’occasione per riscoprire un personaggio dimenticato e tornare a riflettere sul significato delle parole “Pace” e “Guerra”. Sabato 24 ottobre alle ore 14.30, presso la Sala Dante della Biblioteca Comunale di Faenza, si svolgerà il convegno di studi “I cattolici faentini e l’inutile strage. Don Carlo Mazzotti, un prete pacifista”, realizzato con il patrocinio del Comune di Faenza, Biblioteca Comunale Manfrediana, Diocesi di Faenza-Modigliana, Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche ed Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Ravenna e Provincia.
Carlo Mazzotti (1880-1980) può definirsi a tutti gli effetti un protagonista ed un testimone del Novecento faentino, essendo stato lungamente impegnato in diversi ambiti della vita sociale e religiosa della città e della diocesi. Nacque ad Albereto di Faenza il 5 maggio 1880. Dopo aver frequentato gli studi nel Seminario Diocesano di Faenza fu ordinato sacerdote il 22 settembre 1905. Fin da giovane sacerdote fu attivo nell’organizzazione del movimento sociale e cooperativo cattolico e negli anni della Grande Guerra sposò apertamente le posizioni anti-interventiste, sostenendole anche in numerosi articoli pubblicati su diversi periodici. Il canonico fu poi impegnato nella cooperazione agricola, contribuendo a fondare due cooperative: “Il Molino Cooperativo di Reda” e “La Cooperativa Agricola di Reda”.
Fu anche in contatto con diversi rappresentanti del movimento modernista (fra cui lo stesso Ernesto Buonaiuti durante gli anni della censura ecclesiastica nei suoi confronti) e grande ammiratore di mons. Francesco Lanzoni e per un certo periodo anche di Romolo Murri. Di animo antifascista, a partire dagli anni Trenta si dedicò alla direzione spirituale, soprattutto nell’ufficio di canonico penitenziere in Cattedrale, che ricoprì dal 1936 fino alla morte. Inoltre nel 1959 fu nominato cameriere segreto del Papa col titolo di Monsignore. Nello stesso periodo iniziò ad occuparsi di ricerca storica, pubblicando numerosi volumi prevalentemente dedicati alle chiese e monasteri della diocesi faentina, che costituisce l’aspetto per cui Mazzotti è più conosciuto. Fu collaboratore assiduo del settimanale cattolico locale “Il Piccolo” ed anche di giornali a livello nazionale. Morì il 27 gennaio 1980, lasciando la sua biblioteca e il suo archivio alla Biblioteca Comunale di Faenza.
Per approfondire una personalità così ricca e complessa, e purtroppo nel corso degli anni dimenticata o sottovalutata, da alcuni anni si è costituito un gruppo di studio e nel corso del convegno verranno presentate le ricerche inerenti la Prima Guerra Mondiale, di cui quest’anno ricorre il centenario. A quest’ultimo proposito c’è da dire che a Faenza su questo tema non ci sono state molte altre iniziative.
Tema principale della giornata sarà quindi la posizione dei cattolici allo scoppio del conflitto e la posizione dello stesso Mazzotti, che collaborò a un giornale cattolico torinese “Il Savonarola”, che uscì dall’ottobre 1915 all’agosto 1917. La principale caratteristica di questo periodico, costituito da cattolici democratici cristiani, fu che mantenne per tutta la durata del conflitto una posizione pacifista. Bisogna ricordare infatti che in Europa tra il 1914 e il 1915 il mondo cattolico sostenne sempre più posizioni patriottiche e interventiste. In ogni Paese i cattolici temevano di essere considerati come cittadini di serie B o quanto meno di essere ritenuti inaffidabili, dovendo continuamente giocarsi la coscienza tra la fedeltà al Papa e la partecipazione attiva alle sorti del popolo di appartenenza. La guerra rappresentò quindi l’occasione per legittimarsi all’interno della propria nazione. Per questo il pacifismo non poteva trovare terreno fertile. Nell’Europa di quegli anni, definirsi pacifisti equivaleva a essere considerati disfattisti e traditori della patria.
È quindi importante il fatto che il Mazzotti decidesse di portare avanti, coerentemente con i principi evangelici, le sue idee.
Come scrisse il canonico su “Il Savonarola”: “Bisognava affidarsi alla fede, alla fede incrollabile nell’avvento del Regno di Dio, che è regno di bontà, di amore, di pace. La guerra è un turbine che ha sconvolto tutte le ideologie, che strappa gli affetti più cari, che domanda il sacrificio della stessa esistenza personale”.
Parole sante, ieri come oggi.
Alberto Fuschini