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ANALISI DEL VOTO ALLE AMMINISTRATIVE FAENTINE 2015

ANALISI DEL VOTO ALLE AMMINISTRATIVE FAENTINE 2015

Domenica, come tutti sappiamo, si è votato per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio Comunale. I risultati li possiamo trovare (qui) e ci consegnano un risultato sospeso: sarà ballottaggio fra Giovanni Malpezzi (PD) e Gabriele Padovani (Lega Nord), il 14 giugno. Ma cosa ci dicono i dati elettorali nello specifico? Questa analisi vuole soffermarsi su una serie di aspetti che non balzano subito all’occhio, ma che sono importanti per capire in maniera più approfondita queste elezioni faentine.

AFFLUENZA: POCHI ELETTORI AI SEGGI

grafico 1

Le elezioni comunali 2015 sono quelle che hanno registrato la minor percentuale di votanti a Faenza, se paragonato con le precedenti tornate municipali: solo il 58.9% degli elettori si è recato a votare. Come possiamo vedere nel grafico, il dato è decisamente inferiore a quello delle scorse tornate, ed è più alto solo del record negativo registrato lo scorso novembre per le elezioni regionali che incoronarono Bonaccini. Notiamo quindi un trend negativo, che colpisce però tutti i tipi di competizione elettorale. Ancora più stridente sarebbe il paragone con l’affluenza durante la Prima Repubblica (1946-1994) quando a Faenza partecipavano al voto ben oltre il 90% degli aventi diritto.

IL CALO DEI VOTI AL PD

grafico 2

A spingere Malpezzi al ballottaggio è stato il calo dei voti raccolti dal principale partito di centrosinistra, il Partito Democratico. La lista del PD si è infatti fermata al 36.1%, e l’apporto degli alleati (Insieme per cambiare, La tua Faenza, Italia dei valori) non è stato sufficiente a trainare la coalizione al di sopra della maggioranza assoluta. Come possiamo notare, la percentuale raggiunta dal PD è la più bassa a Faenza dalla sua fondazione, nel 2007.

grafico 3

Se guardiamo però ai voti assoluti, possiamo notare come il 31 maggio il PD non abbia fatto registrare il peggiore risultato, maglia nera che va invece alle regionali del 2014. Rimane però del tutto notevole la diminuzione dei voti rispetto alle europee del maggio 2014 (- 8.002 voti, quello che potremmo indicare grossolanamente come “effetto Renzi”), alle politiche del febbraio 2013 (-4.063 voti), alle comunali del marzo 2010 (-3.719). Migliaia di elettori che hanno scelto altre liste o si sono rifugiati nell’astensione, spingendo così il centrosinistra al primo ballottaggio di sempre.

ANALISI TERRITORIALE DEL VOTO: DOVE VANNO MEGLIO PD, LEGA E M5S?

grafico 4

La diminuzione di consensi non è l’unico dato interessante riguardo al PD: in questa tornata è cambiata anche leggermente la distribuzione geografica del voto a questo partito. Per analizzare ciò abbiamo diviso il territorio comunali in sette macro aree: Centro (10 sezioni dentro le mura), Sud (11 sezioni comprese fra la zona del Paradiso, dei Cappuccini e dell’Orto Bertoni), Nord (12 sezioni nelle zone di San Giuseppe, Cavallerizza, San Marco), Borgo (9 sezioni), Errano (6 sezioni, con Sarna e Marzeno), Granarolo (5 sezioni) e Reda (3 sezioni con le altre frazioni di campagna verso Forlì). Cosa emerge?

Se il PD si mantiene sopra la media nelle sue roccaforti del Borgo e di Granarolo, tradizionalmente appannaggio della sinistra da decenni, vediamo come abbia risultati sopra la media a Errano e soprattutto a Reda. Se per il primo possiamo ipotizzare un fattore di legame territoriale (essendo il sindaco proprio di Errano), per Reda possiamo immaginare un maggiore sostegno al PD malpezziano da parte del mondo agricolo. Il PD flette invece generosamente in aree che nelle scorse tornate lo premiavano abbastanza: il Sud e il Nord. Qui si è fatta sentire la competizione del Movimento 5 Stelle e dell’Altra Faenza, che ottengono per converso migliori risultati. Fanalino di coda per il PD il Centro, dove da sempre fatica di più.

grafico 5

Se guardiamo alla Lega Nord, anch’essa si trova in difficoltà nel Centro, ma recupera generosamente nei popolosi quartieri del Sud e del Nord. Ottimi risultati anche in tutte e tre le zone di campagna ed in particolare a Reda, dove tocca quasi il 18% (anche qui possiamo ipotizzare un fattore domestico, essendo Padovani di Pieve Cesato).

grafico 6

Il Movimento 5 Stelle presenta una distribuzione territoriale quasi opposta a quella della Lega: decisamente sotto la media nelle frazioni di campagna, ottiene il migliore risultato in zone cittadine tradizionalmente di sinistra (Borgo e Sud), ma anche in Centro. Avrà forse pesato il passato mestiere di esercente del centro da parte di Massimo Bosi?

CONSIGLIERI E PREFERENZE, FRA OPINIONE E CONOSCENZA

Infine un ultimo dato saliente è quello dell’utilizzo delle preferenze: quante di quelle disponibili agli elettori sono state effettivamente utilizzate? Non tutti gli elettori infatti le hanno usate, e in totale sono state “solo” 11.009. Abbiamo quindi calcolato un indice di preferenza, che vede al numeratore la somma delle preferenze espresse per i candidati di un partito, mentre al denominatore abbiamo i voti di lista conseguiti dal partito in questione moltiplicati per le preferenze esprimibili (in questo caso 2). Quindi, l’indice varia tra un minimo di 0 – nessuna preferenza espressa – e un massimo di 1 – tutti gli elettori del partito hanno utilizzato le tre preferenze a disposizione. Ecco i dati.

grafico 7

Da una parte vediamo come 3 liste di centrosinistra abbiano percentuali molto alte: addirittura il 47.5% delle preferenze a disposizione degli elettori di La Tua Faenza sono state espresse, a fronte di una media del 25.9%. Discorso simile per il PD e La tua Faenza. Per queste 3 liste la competizione è quindi stata molto forte al proprio interno e ha portato i candidati consiglieri a raccogliere più preferenze possibili (anche perché guardando ai passati risultati elettorali sono proprio queste liste che hanno la maggiore probabilità di portarsi a casa il premio di maggioranza in seggi, ed esprimere quindi un maggior numero di consiglieri). Interessante anche il dato de L’Altra Faenza, che presenta anch’essa una percentuale alta e che suggerisce un buon radicamento dei propri candidati ed un voto molto “informato” da parte del 5% circa di elettori che ha deciso di fare una X sul loro simbolo. Un simile comportamento si è avuto da parte degli elettori de L’Altra Europa con Tsipras alle europee 2014.

Al contrario, pochissime preferenze espresse in rapporto ai voti conseguiti per il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord. Entrambi i partiti infatti sembrano aver beneficiato maggiormente di un voto di opinione svincolato dalla presenza di candidati consigliere conosciuti, vuoi perché ancora non “istituzionalizzati” come il partito di Grillo, vuoi perché si è beneficiato del traino di un leader nazionale come Salvini per la Lega.

DONNE IN CONSIGLIO COMUNALE: POCHE, ANCHE MENO CHE IN PASSATO

Infine, un ultimo dato che si può sottolineare è la presenza femminile nel prossimo consiglio comunale. L’introduzione della doppia preferenza di genere, con cui si è votato per la prima volta per il consiglio comunale, non ha generato però quell’effetto di promozione della partecipazione femminile che si vorrebbe invece conseguire. Nel caso in cui Giovanni Malpezzi vinca al secondo turno infatti, saranno 8 le donne elette consigliere su 24 posti disponibili (6 di queste nella lista del PD), e quindi saranno il 33% degli eletti. Se sarà Gabriele Padovani a vincere il ballottaggio, saranno 6 le donne elette su 24 (4 nella lista del PD), pari al 25%. Se si considera che 5 anni fa le donne elette erano 11 su 30 consiglieri (il 36%), non è che la doppia preferenza di genere abbia lavorato così bene, specie nel secondo partito cittadino, la Lega Nord.

Come si è cercato di spiegare, guardando dentro i dati delle elezioni si possono fare delle ipotesi sulle motivazioni che hanno portato i faentini a votare (o a non votare) e magari capire qualcosa di più su questa tornata elettorale che ha lasciato per il momento in sospeso il nome di chi guiderà la città per i prossimi cinque anni.

Andrea Piazza

5 thoughts on “ANALISI DEL VOTO ALLE AMMINISTRATIVE FAENTINE 2015

  • 4 Giugno 2015 in 19:28
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    O c’è un refuso nell’etichetta del grafico7 o c’è un refuso nel testo: il grafico riporta InsiemePerCambiare con il 37,5% nell’indice di preferenza mentre il testo cita 47,5%,che nel grafico è segnato a La tua Faenza.

    Buon proseguimento.

    Risposta
    • 5 Giugno 2015 in 5:58
      Permalink

      Grazie Simone, controlliamo subito la tua segnalazione!!! Buona giornata. La redazione

      Risposta
  • 5 Giugno 2015 in 9:20
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    Articolo molto interessante, anche se non capisco come la zona di Reda abbia potuto avere la maggioranza dei voti per il PD ma allo stesso tempo anche per la lega! forse non ho capito bene il senso dei grafici. Piccolo appunto, Padovani é di Albereto, piccola frazione non dalla parte di pieve cesato ma che vota nei seggi di Reda.

    Risposta
    • 5 Giugno 2015 in 15:40
      Permalink

      Ciao, il fatto è molto semplice: nelle 3 sezioni di Reda gli elettori hanno scelto di votare PD o Lega in modo molto marcato. Tutti gli altri partiti presentano infatti percentuali sotto la media. Quindi possiamo dire che in quella zona il voto sia stato particolarmente “polarizzato” sui due partiti principali, a discapito delle liste minori. Grazie per il commento e per l’integrazione sull’origine di Padovani!

      Risposta
  • 5 Giugno 2015 in 14:21
    Permalink

    Il sistema della preferenza di genere funziona meglio se ci sono poche liste (che quindi esprimono ciascuna numerosi consiglieri), mentre funziona peggio al crescere del numero delle liste (le quali necessariamente esprimeranno pochi consiglieri ciascuna). Nel nostro contesto, molto molto frammentato, non sorprende più di tanto che questo sistema non abbia prodotto i risultati sperati, fatta eccezione per il PD, che è il partito di maggioranza relativa.
    In ogni caso io non sono favorevole a questi automatismi di genere “imposti” per legge: prima deve crescere il nostro senso civico.

    Risposta

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